Ivan Buttazzoni
Le aporie del desiderio
La parola pittorica non può indirizzarsi verso la razionalità del dire, deve lasciare che l’arrivo delle sensazioni del frammento, l’universo totale dell’intensificazione qualitativa, si faccia avanti e presenti le sue incredibili credenziali. Non può chiedere a questo universo una fissità rassicurante, una permanenza che garantisca leggibilità. Quello che può fare è attendere che il lento dipanarsi del dire diventi congrua risposta all’irripetibile che ritorna nella sua non sempre riscontrabile diversità. Gli scarti sono minimi, gli interstizi pure, non sembra che qualcosa si muova nell’architettura, eppure questo magnifico edificio cresce fuori di ogni immaginazione e misura. È fuori luogo che si interroghi il gesto nella speranza di venire a patti con il significato, cercando di carpirgli il segreto delle concatenazioni che continuo a vedere in movimento sotto i miei occhi, queste sono destinate a restare in massima parte ignote.
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