
Scrivere – Editoriale
Ancora più avanti
Editoriale Scrivere vol. 3
Ancora più avanti, ci avventuriamo nell’orizzonte editoriale italiano, senza dubbi sulla potenzialità delle scelte che i nostri autori propongono continuamente al pubblico.
Lavoriamo sugli echi che le parole fanno risuonare nei nostri cuori e che riteniamo facciano altrettanto in quelli dei nostri lettori. Il futuro non potrebbe essere più bello una volta alimentato dalle speranze di chi vede crescere un fiore destinato a diffondere un eterno profumo. Ancora più avanti. Molti altri libri sono stati pubblicati e molti altri sono in cantiere. Siamo contenti di questo? Non lo sappiamo. Il disinvestimento affettivo, che produce la riflessione critica, è un processo di ritorsione non facile da gestire. Si intensifica una mancanza di struttura, un movimento che resta sospeso nella sua stessa totalità che non concede accessi aggiuntivi o argomentazioni ornamentali. Tutto è. Ne segue che non c’è significato che si sommi a un altro riuscendo a nuova distribuzione. Cosa che noi non vogliamo.
La forma non è l’aspetto della struttura, ma la sua assenza, tutto simuove senza pesantezza logica, se non quella del tutto e subito, comunque distinguibile solo a posteriori, come stiamo cercando di fare in queste poche parole. Ogni movimento nell’intensità, trascolora uno nell’altro verso la massima puntualità che è quella dell’uno, anch’essa puntuale solo a faccenda conclusa. Se intuisco la verità di ciò che voglio fare, questa è tutta là, davanti a me, nuda nella desolazione assoluta, se questa intuizione viene colta da una intensificazione in corso non sono di fronte a un fare costrittivo, tutt’altro. Il rifiuto è una vigliaccheria, un segno di impotenza. Riflettere sulla volontà di potenza equivale a una decisione razionale portata come discolpa per non sapere leggere nel proprio animo ingarbugliato.
Noi continuiamo ad andare avanti, che il sogno si avveri o meno.
La redazione
La forma non è l’aspetto della struttura, ma la sua assenza, tutto simuove senza pesantezza logica, se non quella del tutto e subito, comunque distinguibile solo a posteriori, come stiamo cercando di fare in queste poche parole. Ogni movimento nell’intensità, trascolora uno nell’altro verso la massima puntualità che è quella dell’uno, anch’essa puntuale solo a faccenda conclusa. Se intuisco la verità di ciò che voglio fare, questa è tutta là, davanti a me, nuda nella desolazione assoluta, se questa intuizione viene colta da una intensificazione in corso non sono di fronte a un fare costrittivo, tutt’altro. Il rifiuto è una vigliaccheria, un segno di impotenza. Riflettere sulla volontà di potenza equivale a una decisione razionale portata come discolpa per non sapere leggere nel proprio animo ingarbugliato.
Noi continuiamo ad andare avanti, che il sogno si avveri o meno.
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