
Scrivere – Creatività
Agli scrittori di ieri, di oggi, di sempre
“Venite sull’orlo” disse.
Abbiamo paura, dissero.
Venite sull’orlo, disse.
Andarono.
Lui li spinse e volarono.
Guillame Apollinaire
Dove si annidano oggi i demoni di Dostoevskij? Laddove qualcun almeno una volta nella vita, sopraffatto dal peso dell’esistenza, si è sentito impermeabile a qualsiasi emozione. Essi dimorano in ogni illusione ideale, pensiero perverso, oblio dell’anima, desiderio irrefrenabile, in ogni sussurro del pensiero umano.
Chi sono oggi i miserabili di Hugo, i minatori di Zola, i fanciulli impolverati di Verga?
Tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno vissuto il dramma della tirannia spicciola o strutturata, che hanno dovuto scegliere il buio piuttosto che la luce del sole per credere di sopravvivere, tutti coloro che in tenera età hanno visto materializzarsi nella propria bocca il sapore amaro della terra.
Vivono ancora i sentimenti profondi celebrati da Rossana e Cyrano, sono capaci di amare senza misura.
Non sono mai andate in frantumi le pareti delle stanze di Virginia Woolf, ma quelle parole, uscendo dalle finestre, hanno spiccato il volo verso ogni angolo di mondo per essere raccolte da menti e orecchie sensibili.
Gli scrittori del passato non hanno saputo resistere all’irrefrenabile spinta di esprimere il loro modo di vedere il mondo, di percepire le emozioni, cogliere, in ogni nuovo personaggio, la sintesi dell’esistenza umana con i suoi capricci, le sue tenerezze e le sue paure. Sono riusciti a far vivere attraverso storie e personaggi ciò che li circondava e ciò che li animava. Ognuno l’ha fatto con il suo stile. A volte bizzarro, altre strampalato o denso o intricato. Talvolta asmatico nelle riprese di discorsi sconnessi, altre sostenuto e splendente di immagini. Sinuoso fra le volute del pensiero o agguerrito e pronto all’assalto delle più ardite vette di matte fantasie, lo stile di ognuno dei vecchi poeti e scrittori continua a lasciarci un’eredità straordinaria. In ogni libro, in ogni poesia, in ogni vecchio e nuovo racconto vive l’immaginazione di chi l’ha scritto, ma anche quella di ognuna delle persone che lo legge immaginando i protagonisti delle storie a suo modo, cogliendo il significato profondo della trama sulla base del vissuto personale, dello slancio dell’animo, della proiezione del proprio desiderio.
Anche noi vorremmo dare voce, attraverso la fantasia, a ciò che i nostri occhi vedono e per cui i nostri cuori palpitano. Facendo tesoro di ciò che ci arriva dal passato, ancor oggi, se ci ostiniamo a non accettare la profetica visione della dissoluzione della parola, possiamo continuare a solcare il terreno libero della creatività.
Continuare a creare giochi fantastici, inesauribilmente complessi o maledettamente semplici, comunicando quei voti dell’animo che si intrecciano con quelli del mondo, il loro fervore e la loro profondità, riempendoli ognuno di un proprio originale significato.
Che siano cupe foreste, mari in tempesta o cieli squarciati, lupi ululanti sulla neve o il vento gelido che soffia dall’Est, passioni struggenti o malinconiche rese, ogni immagine che porta con sé una profonda emozione è preferibile all’afasia e alle maschere cadaveriche dell’indifferenza. Desideriamo scrivere senza argini,senza schemi rigidi e prestabiliti, perché la poesia, la commozione, i sentimenti, hanno bisogno di straripare per vivere.
Vogliamo provare, memori di ciò che arriva dal passato, a gustare il sapore straordinario, unico delle parole, delle immagini, delle oscillazioni semantiche che intraprendono percorsi ignoti.
Vorremmo arricchire pagine di libri ancora vuote con le melodie della prosa e della poesia.
Mariangela Vella
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